EDILIZIA E URBANISTICA

I DOCUMENTI

Introduzione

I titoli abilitativi dei lavori: i titoli autorizzativi ante riforma; i titoli abilitativi introdotti dal T.U. edilizia; l'attuale regime dei titoli edilizi; la "riforma Madia".

COMMENTI

I titoli autorizzativi ante riforma

La disciplina dei provvedimenti abilitativi per la realizzazione di opere edili, per circa sessant’anni, è stata disciplinata essenzialmente da tre norme fondamentali: la legge 1150/1942 (“legge urbanistica”), la legge 10/1977 (cosiddetta “legge Bucalossi”) e la legge 457/1978 (“Norme per l’edilizia residenziale"). L’impianto sistematico prevedeva essenzialmente due fattispecie tipiche: la concessione edilizia (che rappresentava la regola generale) e l' autorizzazione a eseguire i lavori. Le possibili tipologie di opere erano divise in due macro-aree: interventi di nuova costruzione, ampliamenti e sopralzi - disciplinati dall’art. 1 della legge 10/1977 - soggetti a concessione edilizia; opere di recupero del patrimonio edilizio esistente - regolamentati dall’art. 31, lett. a), b), c) e d) della legge 475/1978 - che distingueva tra interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e interventi di ristrutturazione. L’art. 26 della legge 47/1985, più recentemente, aveva introdotto un primo iter semplificato “liberalizzando” le opere interne caratterizzate da un limitato impatto edilizio.

Il Testo Unico dell'edilizia

Dopo anni di sostanziale immobilismo legislativo nel campo edilizio, riassumendo e coordinando oltre un cinquantennio di intensa produzione legislativa e regolamentare in materia, il Legislatore è intervenuto nel 2001 con il Testo Unico dell'edilizia (D.P.R. 380/2001). Dopo aver percorso un cammino lungo e tortuoso, i 137 articoli che compongono il decreto, hanno ridisegnato il volto della materia, mandando in pensione, tra leggi e decreti, oltre 18 diversi provvedimenti che vengono in tutto o in parte abrogati dall'art. 136. Alcune regioni avevano già introdotto in ambito locale procedure semplificate che estendevano la DIA alle opere di maggior impatto urbanistico; gli operatori, quindi, attendevano un deciso intervento normativo capace di "svecchiare" le procedure accogliendo i suggerimenti forniti dalle regioni. In realtà le aspettative sono state deluse, e solo con la "legge Lunardi" e, soprattutto, con il D.Lgs. 301 del 27 dicembre 2002, abbiamo dei mutamenti più marcati.

L'attuale regime dei titoli edilizi

Nell'idea iniziale del Legislatore, il D.P.R. 380/2001 doveva costituire un punto fermo, accorpando le norme disseminate nelle diverse leggi e leggine, proprio per questo motivo s'era fatto ricorso allo strumento del Testo Unico. L'intento, a quanto pare, è rimasto solo una pia illusione; il comparto dell'edilizia è destinato a non avere pace e, anche negli ultimi anni, è stato oggetto di una serie di rilevanti modifiche, introdotte attraverso la decretazione d'urgenza (D.L. 40/2010, D.L. 78/2010, D.L. 70/2011, D.L. 69/2013 e D.L. 133/2014).

La "riforma Madia"

I 23 articoli della cosiddetta "riforma Madia" (legge 124 del 7 agosto 2015, entrata in vigore il 28 agosto) seguendo un malvezzo tutto italiano, contengono una serie di deleghe al Governo per emanare, nei successivi 12 mesi, una serie di decreti necessari ad attuare la riforma della PA. Questa tecnica legislativa, ormai ben collaudata, presenta sempre gli stessi problemi: i tempi necessari a far approvare i decreti attuativi non vengono rispettati e la delega scade; i decreti attuativi, poi, rinviano spesso a dei regolamenti da emanare successivamente con la conseguenza che la soluzione dei problemi viene rinviata all'infinito, i tempi si allungano a dismisura e si scatena il solito guazzabuglio a cui siamo (purtroppo) abituati. Le materie finite sotto esame sono ampie, si va dalla modifica del Codice dell'amministrazione digitale (art. 1) alla Conferenza dei servizi (art. 2), dalla semplificazione dei procedimenti amministrativi (art. 4) all'anticorruzione (art. 7). Cerchiamo di individuare gli argomenti che possono interessare più da vicino l'edilizia.

La normativa regionale

Le regioni sono intervenute anche pesantemente sulla materia per cui la disciplina regionale potrebbe contenere delle differenze, anche marcate, rispetto alla norma nazionale. Di seguito una "tabella" della normativa regionale.

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